5 consigli per stare bene sul web e attrarre il bello e il buono (non solo a #SanValentino)
In queste ultime settimane sui social network, ormai la “piazza virtuale” preferita dagli italiani, abbiamo assistito a diversi esempi sull’uso “buono” e “cattivo” della rete. Dalla performance di Pierfrancesco Favino a Sanremo “che ha fermato twitter“, in una giornata di tensione sui media a causa dei fatti di Macerata, al post di contenuto razzista poi cancellato dall’autore grazie anche all’intervento degli utenti di Facebook, che ha portato ad un comunicato di Trenitalia che lo ha smentito, fino al movimento popolare che sta accompagnando il Museo Egizio di Torino e il suo direttore che anche, attraverso un buon uso dei Social Network, sta promuovendo anche a San Valentino, l’ingresso ai visitatori, in modo ironico e coinvolgente.
Sono tutti esempi, al di là della natura politica, cultura e sociale che li caratterizzano, di come questi strumenti siano entrati profondamente nel nostro quotidiano. E di come gli stessi media tradizionali, dalla TV alla Radio, spesso a corto di idee e investimenti, ci facciano aperture e prime pagine. Non ci interroghiamo, ora, sulle dimensioni di questo immenso circo mediatico, in cui siamo tutti immersi, ma su come trovare strumenti per superare e gestire situazioni che ci possono portare disagio in rete, cercando, invece, il nostro benessere.
Se è vero che il web può diventare luogo di odio, anche persecuzione, stalking, e chi più ne ha più ne metta, esattamente come il mondo reale, ma appunto in modo più amplificato, la rete e i Social Network possono essere un luogo o un “non luogo” dove instaurare rapporti di amicizia, conoscenza, alleanze professionali e sociali. Solo, e questo è il vero vantaggio, con infinite possibilità in più, temporali e spaziali. Ed è questa, a mio modesto avviso, la differenza tra il reale e il virtuale.
Nella mia esperienza professionale e umana faccio un bilancio molto positivo delle relazioni e delle amicizie nate tra twitter, facebook e i miei blog, in questi ultimi dieci anni. Anche prima che diventassi una giornalista conosciuta. Ma per fare questo ho imparato, proprio stando in rete e interagendo con amici, personalità famose e utenti sconosciuti, quali sono i meccanismi che ci aiutano a stare meglio, a essere riconosciuti, a costruire una propria e definita identità.
Non si può fingere. Se si mente, se si dicono bugie, se si è falsamente gentili, chi ci segue lo percepirà, prima o poi, in modo molto evidente: non ci si costruisce una personalità ex novo. Si può invece scegliere, quello sì, cosa mostrare e cosa essere, ma sempre in modo genuino e autentico. Questo ci ripagherà nel tempo.
Bisogna darsi delle regole. Se usiamo i social come momento di svago e sfogo, non possiamo pretendere, sempre, attenzione e serietà. Darsi delle regole, di linguaggio, comportamento, di “netiquette“, aiuta noi e gli altri a confrontarci meglio su argomenti e avvenimenti, sempre nel reciproco rispetto. “Bannare” chi non le rispetta o invitarlo ad allontanarsi dalla propria bacheca , sempre con gentilezza, è un diritto. Ma lo possiamo fare solo se abbiamo stabilito noi le regole.
Scegliere a chi rivolgersi e come. Non si può parlare di tutto a tutti, in ogni contesto. Bisogna fare delle scelte ben precise. Interrogarsi e cercare di comprendere qual è il luogo virtuale dove possiamo intercettare persone, comunità, reti di professionisti o servizi, di cui abbiamo bisogno. Così come deve cambiare il nostro linguaggio, a seconda che sia sulla mio profilo personale su Facebook, sul mio profilo Linkedin, dal mio blog personale o sul mio sito professionale.
Verificare sempre cosa si scrive, come e cosa si riporta. Oggi più che mai, dobbiamo essere certi delle notizie, delle informazioni che condividiamo e come le scriviamo. Certo, per chi opera nel mondo dell’informazione è anche un dovere professionale, ma all’epoca della disintermediazione, cioè nel momento in cui tutti siamo potenzialmente produttori di notizie e informazioni, è un dovere civico non alimentare la cattiva informazione. Per questo dobbiamo scegliere accuratamente le nostre fonti. Non solo: nel medio e nel lungo termine questo ci permetterà di diventare dei punti di riferimento nella nostra community, sempre ovviamente rispetto ai temi, personali e professionali che ci interessano.
Condividere e ascoltare. E’ questa la natura della rete, ed è una grande occasione per la nostra generazione e la nostra epoca. La rete è condivisione di sapere, di conoscenza, di umanità. Si impara tanto, si può dare tanto, si riceve tanto. Le rete, a differenza di come ci viene dipinta, non è solo il luogo dell’esibizionismo e dell’egoismo, fatta di influencer e mostri da click. Contano la qualità dei rapporti e non (solo) i numeri. Conta la fiducia, il dialogo, quella che ci costruiamo giorno per giorno, nella vita come nel virtuale: la nostra buona reputazione costruita attraverso la trasparenza e l’ammissione dei propri errori e scelte.
Mi piace riportare una citazione di Tim Bernars Lee, l’inventore di questo spazio grazie al quale io sto scrivendo e comunicando con voi che state leggendo: “Il Web è più un’innovazione sociale che un’innovazione tecnica. L’ho progettato perché avesse una ricaduta sociale, perché aiutasse le persone a collaborare, e non come un giocattolo tecnologico. Il fine ultimo del Web è migliorare la nostra esistenza reticolare nel mondo. Di solito noi ci agglutiniamo in famiglie, associazioni e aziende. Ci fidiamo a distanza e sospettiamo appena voltato l’angolo“.
Di questo ne sono profondamente convinta, possiamo attrarre il buono e il bello e stare bene e meglio, nel web, come nella vita reale. E imparare a fidarci.
E per approfondire il tema “Il lato buono del web” vi rimando alle slides e ai materiali del mio intervento all‘Internet Festival di Pisa dello scorso ottobre, insieme alla cara Cora Francesca Sollo, Anna Akbari, Matt Stoke e Maurizio Tesconi.
NB. Di questi e altri argomenti sulla cultura di stare in rete, parlerò durante il corso Social & Professional che terrò a Milano a Worx a partire dal 23 febbraio, tutte le info le trovate qui.