Cultura, informazione e storytelling sociale per i territori all’Internet Festival #IF2014
E’ necessario raccontare, testimoniare, raccogliere e amplificare con ogni mezzo possibile la voce delle terre contaminate d’Italia, delle comunità impegnate tenacemente nella lotta per la salute, l’ambiente e la legalità. Per creare cultura, condivisione e coesione sociale. Non poteva essere diverso il mio intervento all’Internet Festival lo scorso 10 ottobre a Pisa, dove sono stata chiamata a partecipare all’incontro “Creatività, coesione e qualità della vita“, nella sezione “Culture is smarter” ideata e curata dal manager culturale Giancarlo Sciascia, vero e proprio Deus Ex Machina della giornata e moderata da Elisa Cecilli, esperta di innovazione.
Così nella Sala Azzurra della Scuola Normale di Pisa sono passate le immagini delle donne di Casale Monferrato, che hanno manifestato lo scorso 8 marzo che fare luce sulle bonifiche ancora incomplete di Eternit, in quel parco EterNot che dovrebbe essere una collina della memoria, monito per le generazioni future. Come quelle della manifestazione di La Spezia sempre lo scorso 8 marzo, dove i cittadini hanno rialzato la testa dal muro di omertà che vorrebbe dimenticare il passato e il presente tossico della città portuale, sede della tristemente famosa discarica mai bonificata di Pitelli, una centrale a carbone e rifiuti tossici disseminati in un territorio incantevole quanto avvelenato.
Sono riecheggiate le richieste del movimento civico bresciano che chiede una sola grande opera “casa salute e reddito di cittadinanza” là in una delle province più ricche d’Italia ma anche delle più contaminate, dai PCB della Caffaro alle acque al Cromo VI, dove la forbice tra le classi sociali sta aumentando a dismisura. Così come la richiesta di “Stop al Biocidio” lanciata da oltre 100 mila cittadini lo scorso 16 novembre in Piazza Plebiscito a Napoli.
Fino a quella valle Olona, luogo simbolico da dove il percorso di Cittadini Reattivi è partito, nella memoria collettiva piena di schiuma e effluvi puzzolenti, ma dove le comunità si stanno impegnando per riappropiarsi del fiume e delle sue sponde e vivere in natura.
Un anno e mezzo alla ricerca di “materia sensibile” tra i territori, raccolta tra video, inchieste, incontri, testimonianze in un progetto, quello di Cittadini Reattivi, che potrebbe evolversi in un vera e proprio piattaforma editoriale compartecipata tra giornalisti e cittadini, nella visione comune di come sia necessaria una narrazione, un racconto sociale di quella parte d’Italia che soffre ma al contempo stringe i denti e chiede giustizia. Lotte alla ricerca di un riscatto, che è un dovere, oltre che profondamente necessario, documentare attraverso inchieste, libri e progetti multimediali. Come testimoniato dalle perfette parole di parole di Alberto Prunetti, autore di “Amianto, una storia operaria“, che abbiamo voluto citare all’inizio del nostro intervento,
“Quel che conta è l’attivismo dei comitati, il fatto che le vedove di quei morti, invece di stare a casa a guardare la tv, hanno socializzato il loro lutto e ora hanno una grande famiglia costituita dagli attivisti di Casale Monferrato, mentre le loro istanze si uniscono a quelle di tanti comitati italiani, ai gruppi contro l’amianto francesi, spagnoli, belgi, inglesi. La gente a Casale muore coi volantini in tasca. Cioè vive fino all’ultimo una vita piena, lottando contro la multinazionale dell’Eternit, creando una comunità in lotta.”
Ma, occorre sottolineare con forza, non siamo soli. E in un luogo ricolmo di sapienza scientifica quale la Scuola Normale di Pisa, oltre le buone pratiche degli “science citizens” abbiamo ascoltato con entusiamo il racconto di comunità che vorremmo rincontrare nel nostro cammino. Da A di Città, il progetto di recupero culturale e sociale di Rosarno nell’intervento coinvolgente di Paolo, ai ragazzi di ANITI che con Cinuria e Risorgimenti Lab, sono impegnati come noi a mappare e raccogliere le pratiche di cittadinanza attiva nella Calabria della legalità. Così come Peppe Sirchia e il miracolo di Favara, la cittadina siciliana riscattata attraverso la cultura e trasformata in Farm Cultural Park, con oltre 25 mila visitatori in un anno. Quella cultura che si mangia così bene. che ha permesso a Liberos, la comunità dei lettori sardi, a due anni dalla vincita del bando “Che fare” di creare un’economia possibile e posti di lavoro attraverso la letteratura e la condivisione, in quella Sardegna che si vorrebbe piegare, invece, al cemento e alle servitù militari. A ZUP, la zuppa infarcita di progettazione urbana, per ripopolare e ridare senso agli scheletri abbandonati dall’era post-industriale, ideata da Noemi Satta e che nasce in quella Milano, così attiva ma al contempo così divisa nella visione di un futuro sostenibile.
Fino all’illuminante intervento di Giovanni Lombardo, docente di Responsabilità Sociale delle PM Imprese nel corso di Etica economica presso l’Università di Genova, che ci ha fatto comprendere come sia possibile misurare l’impatto sociale di tutto questo fermento creativo.
Insomma un’esperienza umana e culturale intensa che non dimenticherò facilmente, anzi che conto di “capitalizzare”, e di cui ringraziamo calorosamente Giancarlo Sciascia, vero tessitore di relazioni profondamente umane ed innovazione sociale, per avermi coinvolto. Così come i miei ingraziamenti vanno a Claudio Giua e tutto lo staff di Internet Festival che ci ha accolto, permettendoci narrazioni per un futuro possibile.
PS la giornata si è poi conclusa con la partecipazione di Cittadini Reattivi ad Inpitchati, speeed dating con mentori ed investitori. Perchè all’impegno bisogna dare un futuro. E noi ci stiamo lavorando