Rughe e sorrisi – Terre di mezzo – Febbraio 2012
“A quarant’anni anni hai finito di vivere? Ma non scherziamo!”. Antonella Questa
ride, serena. Per lei, autrice ed attrice instancabile, che vive tra la Liguria e la Francia, arrivare alla maturità non è stato un problema. Forse è per questo che affronta con ironia, in “Vecchia sarai tu!”, suo ultimo spettacolo, un nervo scoperto per moltissime donne (e uomini): l’invecchiamento. “Arrivata al fatidico giro di boa, per me un traguardo personale e professionale atteso, mi sono accorta come non fosse lo stesso per molte mie coetanee”. Inizia così a fare interviste, documentarsi. Perché l’età non è più un valore ma un handicap?
E la senilità viene rifiutata come una malattia? Dopo la lettura di un testo illuminante, “La tirannia dell’invecchiare bene” (di Michel Billé & Didier Martz, filosofi francesi), scatta l’urgenza della scrittura. L’azione scenica si svolge nell’arco temporale di una giornata. Tre le protagoniste, in un corpo solo. “Sono Armida, nonna, ottant’anni suonati, ancora indipendente, che la nuora Sabine, in piena crisi di mezza età, vuole rinchiudere in ospizio -racconta Antonella Questa-. E Monica, la giovane nipote in procinto di partire per l’estero, alla ricerca di un lavoro”. Ognuna reclama la propria autonomia e si ritrova alle prese con l’avanzare di un tempo che scorre, ora in fretta, ora più lentamente. Personaggi afflitti da un malessere profondo che l’attrice anima, oltre che con la sua verve comica, con un intenso lavoro di coreografia, “realizzato a più mani, grazie al confronto con due autrici, Carlotta Clerici e Giuliana Musso, impegnate da tempo nel descrivere l’universo femminile -precisa- e all’apporto di Francesco Brandi che dirige lo spettacolo. Senza dimenticare
il sostegno di Gérard Darier, drammaturgo e mio compagno di vita”. Dopo il debutto il 4 febbraio al teatro di
Fontanellato (Parma), “Vecchia sarai tu!” è pronto a partire per una tournée che nei prossimi mesi lo vedrà sui palcoscenici di tutta la penisola. Per difendere un diritto sacrosanto, quello di invecchiare in tranquillità, senza “ansia da prestazione” o da lifting. “È uno spettacolo che dedico alle donne che vivono in pace con loro stesse, e a mia nonna, morta recentemente -conclude Antonella-, che non si è mai stancata di guardare il mare, non ha mai rinunciato alla buona tavola, e ha saputo donare affetto e cure a chi le stava intorno”.