Veri e falsi miti su internet e minori – da NewTabloid 01/2012
Addio ‘cattiva maestra’ televisione. Oggi i pericoli maggiori, per i minori, arrivano da Internet. Secondo i dati del 45° Rapporto Censis, nella loro crescente domanda di informazioni e relazioni stanno progressivamente abbandonando la Tv, per rivolgersi, sempre più, ai social network come Facebook (il 61,5%) o ai motori di ricerca (lo fa il 65,7%), comunicando via sms e chat, aumentando
considerevolmente la loro esposizione, in solitudine, sul web. Salgono così alla ribalta della cronaca fenomeni come il sexting (scambi di messaggi a sfondo sessuale), forse davvero non così circoscritti se, come ha denunciato Save the Children, il 27% dei ragazzi italiani si dà appuntamento di persona con qualcuno conosciuto in internet, e il 17% ha rapporti intimi con persone contattate via web. Fenomeno, quello del postare proprie foto osé o inviarle tramite mms, che sta coinvolgendo in Italia l’8% degli adolescenti tra i 12 e i 18 anni ed il 4% di quelli tra i 12 e i 14 anni.
Le campagne di Safe Internet per la sicurezza online
Una situazione di allarme, sottovalutata anche dalle stesse famiglie, dove i genitori sono spesso più digiuni di media education degli stessi figli. Una lacuna culturale che non è certo colmata dagli operatori dell’informazione, gestori e provider in internet. Intanto, se il Parlamento e il Consiglio europei attraverso il programma “Safe Internet 2009- 2013” promuovono campagne adhoc per un uso più sicuro del web, in Italia il codice di autoregolamentazione “Internet e Minori” non è operativo dal 2007, in quanto non è stato eletto un comitato che ne permetta la sua applicazione.
Dato inquietante che mette in luce come sia improvvido lasciare una materia così delicata quale la relazione tra rete web, infanzia e adolescenza alla vigilanza di un sistema basato su codici di condotta di natura facoltativa e volontaria. Uno scenario pieno di contraddizioni, quello italiano, illustrato anche dall’indagine conoscitiva realizzata dalla Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, sulla “tutela dei minori dei mezzi di comunicazione”, presentata lo scorso 21 dicembre, che mostra luci ed ombre del nostro sistema informativo.
L’Italia, fa rilevare la Commissione, è all’avanguardia nella tutela dei minori in relazione all’utilizzo di internet per quanto riguarda la lotta alla pedopornografia, in base alla legge del 6 febbraio 2006 n.38, (“Disposizioni di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia anche a mezzo internet”). Norma che, insieme alla legge del 3 agosto 1998 n.269 (“Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori”), ha dotato il nostro Paese anche di un Centro Nazionale per il contrasto alla pedopornografia sulla rete Internet costituito dalla Polizia Postale. La stessa che è intervenuta prontamente lo scorso gennaio presso la direzione di Facebook per oscurare il profilo pubblico che riportava le foto di una bambina nuda.
Ed è in via di recepimento anche la Convenzione di Lanzarote, primo strumento internazionale contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale, che disciplina i casi di grooming, cioè di adescamento di minori attraverso internet.
Il Decreto Romani contrasta con la Direttiva europea sui minori
Dall’altra parte, ricorda sempre la Commissione, il nostro Paese rischia, invece, una procedura d’infrazione dell’Unione Europea proprio in tema di protezione dei minori in televisione, il media notoriamente più “normato” nella storia del nostra Repubblica.
Recenti disposizioni contenute nel Testo unico dei servizi di media audiovisivi, meglio noto come Decreto Romani (d. lgs. 15 marzo 2010 n. 44), contrastano con il divieto assoluto alla trasmissione di programmi gravemente nocivi per i minori (pornografia e violenza efferata), sancito dalla stessa Direttiva europea sui Servizi di Media Audiovisivi.
Excursus necessario per comprendere come sia importante definire un coordinamento tra le norme esistenti, ancor più in vista di un’Agenda Digitale Europea che sollecita e pone la sicurezza dei minori online, tra i suoi impegni fondamentali. Secondo i dati della stessa UE, in media, oggi i bambini in Europa iniziano a navigare in Internet all’età di sette anni. Il 38% di essi con età i tra i 9 e i 12 anni che ha accesso al web, afferma di avere un profilo su un social network, nonostante le restrizioni d’età. Più del 30% dei bambini che usano Internet lo fa da un dispositivo mobile e il 26% tramite la console per i videogiochi. Numeri che non possiamo ignorare, pur tenendo conto del nostro noto gap tecnologico in merito alla diffusione della banda larga sull’intero territorio nazionale.
Ed è proprio alla luce di questi numeri che, forse, non sarà sufficiente, come proposto dalla Commissione Parlamentare per l’infanzia e Adolescenza, accentrare nella figura di recente istituzione del Garante nazionale per l’Infanzia, con la legge del 12 luglio 2011, n.112, le funzioni e i poteri in materia di tutela dei minori nei media, attualmente frammentate fra moltissimi organismi: i Ministeri dello Sviluppo Economico, Giustizia e dell’Interno, i Dipartimenti per le Politiche della Famiglia, per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’Autorità Garante per le Comunicazioni, oltre l’attività di monitoraggio del “Comitato per l’Applicazione del Codice Media e Minori” che riesce però a vigilare “solo” sul mezzo televisivo.
Il monitoraggio sulla stampa del Centro di Firenze.
Certo è che la curiosità dei giovani ha permesso al “Bel Paese” di superare la soglia del 50% di popolazione connessa in Internet, grazie alla presenza di un buon 87,4% dei ragazzi nel web (dati Censis). Eppure, quasi certamente, molti di loro non saranno a conoscenza del Safer Internet Day, la giornata istituita dalla Commissione Europea celebrata il 7 febbraio 2012, per un utilizzo sicuro e responsabile dei Nuovi Media tra i più giovani. Intanto, come si evince facilmente dal costante e ampio lavoro di monitoraggio sulla stampa del Centro di Documentazione sull’Infanzia e l’Adolescenza di Firenze, consultabile sul Portale www.minori.it , ancora oggi il diritto di cronaca si contrappone alla richiesta sommessa di dignità di un’infanzia e un’adolescenza fragili, alla ricerca di affetto e magari anche di trasgressione e che diventa, spesso, oggetto di abusi e maltrattamenti, se non di violenze efferate.
Ed è a maggior ragione che, in questo contesto, ci pare giusto auspicare un nuovo mondo dell’informazione, che non si limiti al mero rispetto di un codice deontologico. Ma che dia il suo attivo contributo nell’aumentare la consapevolezza sull’utilizzo dei media nelle nuove generazioni di lettori ed internauti. E che consideri, finalmente, bambini e bambine, ragazzi e ragazze, veri soggetti di diritti e “consumatori” dell’informazione online.
Forse, proprio da loro, potranno arrivare suggerimenti preziosi.
Rosy Battaglia
Scarica qui l’estratto da New Tabloid Notiziario dell’Odg_Lombardia